In questo articolo parliamo del re degli oleoliti per l’automedicazione e per la cura della pelle: l’oleolito di iperico perforato.
Un validissimo rimedio naturale che non deve mancare nel tuo kit di pronto soccorso domestico.
Che cos’è un oleolito
L’oleolito è una estrazione dei principi attivi liposolubili di una pianta in olio vegetale, che viene lasciata macerare nell’olio per un periodo più o meno lungo.
Il procedimento è semplicissimo, ma sono i dettagli che fanno la differenza.
Infatti per ogni tipo di oleolito ci sono accortezze diverse da prendere: vegetale fresco o secco, tipo di olio, vasetto chiuso col coperchio o chiuso con garza, uso di granelli di sale grosso all’interno, metodo a freddo al buio, metodo a caldo al sole, metodo veloce a caldo a bagnomaria.
Io di solito uso esclusivamente oli alimentari biologici di alta qualità già ricchi di vitamina E, che è un antiossidante, in quanto l’oleolito porta con sè sia le caratteristiche della pianta estratta che quelle dell’olio usato come solvente.
Il rischio di non usare oli di ottima qualità è che poi l’oleolito irrancidisca, perda proprietà, o che sia di bassa qualità e bassa efficacia.
Va inoltre tenuto presente che tutto ciò che mettiamo sulla pelle viene assorbito ed entra in circolo.
Quindi, meglio usare ingredienti eccellenti.
Inoltre, a seconda che debba avere una funzione curativa o cosmetica, scelgo il tipo di olio in base alla sua capacità di penetrare lo strato più superficiale della pelle.
Caratteristiche dell’Iperico perforato
Hypericum perforatum, noto come Erba di San Giovanni e, tra i mille nomi che ha, chiamata anche Scacciadiavolo.
Raccolto a San Giovanni, il 24 giugno, secondo alcune tradizioni veniva appeso a testa in giù sopra la porta di ingresso di casa, con l’importante funzione di protezione della famiglia.
È una pianta fondamentale, che porta con sé tutto il potere, la forza e la luce del sole.
I suoi poteri sono conosciuti e utilizzati dagli umani da millenni.
È una delle erbe che nella mia esperienza di autocura in montagna, lontana km dal mondo antropizzato, si è rivelata fondamentale – insieme alla piantaggine – nell’ambito di un concetto di salute autosufficiente e di resilienza.
Descrizione e riconoscimento dell’iperico perforato
Finché non inizia a fiorire, l’iperico perforato è una piantina anonima, discreta, con foglioline piccole, oblunghe e contrapposte, che cresce a piccoli cespugli, difficile da distinguere tra le altre erbe spontanee.
Diventa evidente, ed è più facile individuare le piantine, quando in giugno si innalza velocemente verso l’alto, quasi a voler avvicinarsi al sole, e inizia a produrre numerosissime sommità fiorite di un colore giallo intenso.
Ha un’altezza che varia da 30 cm fino al metro.
Cresce nei terreni asciutti, lungo i margini delle strade, ai bordi dei campi, nei pascoli aridi.
E’ presente su tutto il territorio italiano dalla pianura fino a metà montagna.
I fiori presentano 5 petali, stami gialli e ben definiti.
È facile riconoscerlo, perché:
- le foglioline viste in controluce presentano numerose vescicole del diametro di circa mezzo millimetro;
- quando i principi attivi iniziano a concentrarsi nei fiori, il margine dei petali evidenzia delle piccole macchie di un rosso scurissimo, quasi nere, e a volte anche delle strisce: lì si concentrano l’ipericina e altri principi attivi;
- quando è il momento della raccolta, sfregando tra le dita i fiori o le foglie, rilascia il caratteristico olio di color rosso scuro, che poi darà colore all’oleolito.
Una regola che vale per tutte le erbe spontanee: per il riconoscimento affidatevi sempre a persone esperte, finché non avrete imparato a riconoscerle.
Diffidate delle App, anche se di recente una herbaria ha confermato che PlanNet è affidabile a volte anche all’80%.
Nel caso dell’iperico perforato il riconoscimento è abbastanza semplice in quanto ha i caratteri distintivi unici menzionati sopra.
Inoltre, le piante di iperico tendono a ricrescere nello stesso punto dell’anno precedente. Quindi, una volta individuate, se avete buona memoria, l’anno dopo le ritroverete lì.
Vi lascio anche un breve video esplicativo.
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Come fare l’oleolito di iperico: la raccolta
Per avere la maggior concentrazione di principi attivi, la raccolta dei fiori di iperico perforato si effettua solitamente a partire dal 24 giugno, e fino a fine luglio.
Nella maggior parte delle aree italiane è importante aspettare il solstizio per la raccolta.
Quando c’è il solstizio, cioè quando il sole sosta, le piante come l’iperico, che è strettamente legato al sole, si caricano di principi attivi. E questo avviene tra il 21 e il 24 giugno.
A partire da questi giorni, le sostanze curative presenti saranno al loro apice per alcune settimane, e l’oleolito realizzato avrà il massimo della loro concentrazione e dell’efficacia curativa e cosmetica.
In alcune aree particolarmente calde e asciutte, l’iperico potrebbe invece fiorire velocemente e sfiorire altrettanto velocemente, andando in seme per poi seccare in luglio, per cui la raccolta conviene farla prima del 24 giugno.
Invece, in stagioni estive fresche, o con clima altilenante, e soprattutto in montagna, potrebbe essere presente e ancora ricco di principi attivi anche in agosto.
In tal caso, per valutare empiricamente la quantità di olio rosso contenuta, sfrega una foglia o un fiore tra le dita, come mostro nel video.
La raccolta delle sommità fiorite è consigliato farla quando il sole è alto nel cielo e il clima è asciutto, diciamo da metà mattina a metà pomeriggio.
Meglio se le sommità vengono riposte in un cesto di vimini lasciato per terra, così eventuali insetti hanno la possibilità di andarsene da soli.
Eventualmente va bene anche una borsa di tela a maglie larghe.
Attenzione:
- Tagliare gli steli con un coltellino ben affilato per non danneggiare la pianta. Non strapparla! Eventualmente, raccogliere solo i fiori a mano.
- Raccogliere non più di 2/3 delle sommità fiorite per ciascuna pianta, per consentirle di portare a termine il ciclo riproduttivo e aumentare le possibilità di trovarne ancora negli anni a venire.
Come fare l’oleolito di iperico: il procedimento
Per preparare un ottimo oleolito di iperico, devi stare attento a:
- usare sempre e solo le parti fresche, mai secche
- usare sempre e solo il metodo di digestione solare.
I fiori, aperti o ancora chiusi, sono ricchi di sostanze attive, e in parte anche le foglie.
Vediamo ora i passaggi da compiere per preparare l’oleolito di iperico:
- Riempire un vasetto di vetro trasparente (riciclare quello delle marmellate, conserve, ecc…) per circa ¾ con le sommità fiorite, leggermente pressate. Metodo veloce, comodo e efficace: si possono mettere direttamente i fiori recisi a testa in giù nel vaso, con anche gli steli. Chi ha tempo e voglia, stacchi i fiori uno a uno.
- Procedere a riempire lentamente con olio fino a coprire completamente il vegetale circa 2 cm sopra. Usare un olio alimentare, meglio biologico, con alto contenuto di vitamina E e alto punto di fumo per prevenire l’irrancidimento.
- Il tradizionale olio che si usa è olio extravergine di oliva, ma vanno bene anche olio di riso bio o olio di girasole, meglio se altoleico, o olio di cocco, soprattutto per un uso cosmetico, perché vengono assorbiti meglio dalla pelle.
- L’olio oliva exta vergine può infatti risultare difficile da assorbire per molte pelli, ma è invece ottimo se si vuole fare un uso curativo, ad esempio per ferite o scottature.
- Chiudere il vasetto con una garza o tessuto o tovagliolo fermato da un elastico, così si permette l’evaporazione del contenuto di acqua. Eventualmente si può chiudere con coperchio.
- Posizionare in un luogo dove può ricevere tanto sole e lasciare per 30 giorni. Se si preferisce, la notte può essere portato all’interno, ma in estate può essere superfluo.
- Ogni tanto mescolare con un cucchiaio ben asciutto. Il vegetale deve assolutamente rimanere sempre coperto dall’olio, sennò fa la muffa.
- Alla fine del periodo si procede col filtraggio, per il quale si può usare un colino a maglie fini; per spremere bene l’olio di cui è intriso il vegetale, usare un torchietto o schiacciapatate o anche le mani.
- Io preferisco fare un secondo filtraggio il giorno dopo con una garza, tipo quelle da medicazione prive di trattamenti chimici, così posso verificare se ci sono acqua e residui sul fondo. Se ci sono, prestare attenzione a non travasarli.
- Imbottigliare in contenitori di vetro scuri, etichettare e riporre in luogo chiuso.
Quanto dura l’olio di iperico fatto in casa?
L’olio di iperico si conserva a temperatura ambiente, al riparo da luce e calore e possibilmente in contenitori di vetro scuro a chiusura ermetica.
Se ben conservato si preserva a lungo, anche oltre i dodici mesi.
Principi attivi e proprietà dell’oleolito di iperico
Le sommità fiorite di iperico perforato in boccioli o aperte, e in misura minore le foglie, contengono una molteplicità di principi attivi molto potenti che tutti insieme vanno a esercitare la loro azione sinergica nel fitocomplesso.
Le modalità di azione non sono ancora state pienamente esplorate e comprese dal punto di vista scientifico.
Fatto sta che la sua efficacia è evidente.
È ricchissimo di betacarotene – provitamina terpenica contenuta nelle carote e in numerosi vegetali a cui conferisce colorazione rossa o arancio – che il nostro organismo trasforma in vitamina A, flavonoidi e tannini. Contiene ipericina e iperforina.
Ma come dicevo sopra è il fitocomplesso, cioè l’insieme dei principi e delle sostanze contenute in questa pianta, ad esercitare le seguenti proprietà per uso esterno:
- cicatrizzanti
- dermorigeneranti
- lenitive
- emollienti
- antiossidanti
- antirughe
- antisettiche
- purificanti
- astringenti
- antimicrobiche
- antinfiammatorie
- analgesiche
- antitumorali
Ricapitolando l’oleolito di iperico ha:
- Marcata azione astringente e antiinfiammatoria
- Azione antibatterica e antivirale
- Efficacia cicatrizzante, con effetto quasi immediato
- Effetto riepitelizzante/dermorigenerante che sembra essere legato alla stimolazione di produzione di collagene
- Elevata efficacia nell’appianare le cicatrici (va applicato un velo sottile e massaggiato una o due volte al giorno per un lungo periodo) e le rughe.
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Usi dell’oleolito di iperico
Uso esterno
Grazie alle sue prorietà è un olio indispensabile su:
- ferite
- bruciature
- scottature
- ustioni
- eritemi solari
- piaghe da decubito
- ulcere
- infiammazioni cutanee
- psoriasi
- macchie della pelle
- cicatrici (applicato con massaggio tutti i giorni le attenua)
- smagliature
- couperose
- emorroidi
- arrossamento da pannolino
- punture d’insetto
- reumatismi
- dolori muscolari e articolari.
Uso interno
In questo articolo ci siamo concentrati sull’uso esterno, ma l’iperico perforato è una pianta estremamente versatile e interessante anche per uso interno.
In questo caso si usa sotto forma di tintura madre, tisana, o lo stesso oleolito se fatto con oli alimentari.
Agisce sull’umore equilibrandolo, è antidepressiva e ansiolitica, aiuta ad avere un buon sonno, regola i problemi di flusso mestruale (dolori, irregolarità) e di eiaculazione precoce.
E’ balsamica per cui si può preparare un’ottima la tisana per costipazione e infiammazione delle vie aeree.
È stata testata anche per i suoi potenziali effetti antitumorali, ad esempio in caso di cancro al colon.
Per averne benefici di solito è necessaria l’assunzione minima di 2-3 settimane, e poi continuare per alcuni mesi.
Attenzione nell’uso interno perchè ad alte dosi può:
- dare fotosensibilità, cioè, causare la produzione di macchie se ci si espone al sole, o anche eritemi piuttosto importanti;
- interferire con alcuni farmaci, prestare attenzione e chiedere sempre al proprio medico.
Modalità di applicazione dell’oleolito di iperico
L’oleolito di iperico va applicato direttamente sulle piaghe provocate da ustioni sulle quali è in grado di eliminare totalmente il dolore già dopo pochi minuti dall’applicazione e fintanto che si tiene la piaga coperta con olio di iperico perforato il dolore non ricompare.
Abbiamo anche visto come l’oleolito di iperico possa essere un valido rimedio coadiuvante in caso di ustioni da medusa.
Nelle ustioni di primo grado, come l’eritema solare, generalmente sono sufficienti un paio di applicazioni per risolvere il problema.
Utilizzato su ferite e ulcere importanti e molto profonde, anche vere e proprie lacerazioni del tessuto, in combinazione a fervìda e a foglie di piantaggine fresca, ha dato risultati sorprendenti con una guarigione completa e perfetta anche dal punto di vista estetico.
Raccomandazione: meglio non esporsi al sole dopo l’applicazione, perché potrebbe essere fotosensibilizzante (macchie della pelle e eritemi) a causa dell’ipericina combinata con gli altri principi attivi presenti. I casi di fotosensibilizzazione sono rari, e si sono verificati comunque solo a dosaggi elevati e soprattutto per uso interno.
AVVERTENZA
Se avete una ferita, e la cicatrice deve terminare di spurgare, aspettate ad applicare l’oleolito di iperico, perché in caso contrario vi chiude il tessuto prima che il corpo sia riuscito ad eliminare tutte le tossine, le cellule morte, ecc…, ostacolando in parte il processo di guarigione.
Come mi riferiva di recente una herbaria vera, che si tramanda per linea femminile da centinaia di anni, è come se l’iperico vi asfaltasse la ferita, chiudendo tutto!
N.B. Un aspetto importante che non ci hanno insegnato: se il corpo perde fluidi, tipo sangue, siero, ecc…, il processo va agevolato e monitorato, non ostacolato! Solo così potremo avere una pronta e perfetta guarigione!
Buone esperienze di autoproduzione e autocura!
Elena
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