Al mondo esistono persone che si preparano, che si applicano e che costruiscono il proprio benessere ed esistono persone che non lo fanno ed hanno un approccio più disinvolto, flessibile, orientato alla costante ricerca del piacere immediato.
In condizioni normali, in cui i servizi e le comodità offerte dalla società attuale funzionano, non esistono sostanziali differenze tra le due tipologie di persone. Ciascuna conduce la propria esistenza ed ottiene i propri appagamenti.
Di contro, in una situazione di crisi o disagio, in cui la normalità venisse meno, le persone del primo tipo avrebbero un vantaggio relativo su quelle del secondo tipo. Quest’ultime quindi, davanti alla minaccia alla propria sopravvivenza potrebbero vedere in coloro che si sono preparati (e che sono noti per esserlo), una potenziale risorsa da cui “attingere”.
È plausibile quindi ipotizzare che, in situazione di crisi, la sopravvivenza di chi si è preparato, è anche in funzione della capacità di garantire la propria sicurezza.
Se ricordate la Piramide dei bisogni di Maslow, descritta nel modulo psicofisica, alla base della piramide troviamo i bisogni fisiologici quali fame, sete, sonno, termoregolazione, ecc, che sono i bisogni connessi alla sopravvivenza fisica dell’individuo.
Sono i primi a dover essere soddisfatti a causa dell’innato istinto di autoconservazione (o sopravvivenza).
Al secondo livello troviamo i bisogni di sicurezza: protezione, tranquillità, sicurezza, stabilità, lavoro, buona salute, riduzione di preoccupazioni e ansie, ecc. Essi devono garantire all’individuo protezione e tranquillità.
Questo significa che assicurata l’alimentazione, l’idratazione e il riposo, l’individuo deve garantirsi un adeguato livello di protezione e sicurezza.
Se ci pensate è una cosa che è sempre stata innata. Sin dagli inizi della sua storia l’essere umano ha dovuto proteggersi da animali, intemperie e anche dai suoi simili nonché proteggere la sua famiglia e le sue proprietà.
Nel tempo poi, con la costituzione di modelli di società organizzate, una buona parte dei compiti di sicurezza e protezione sono stati delegati a strutture organizzative. Ad esempio le Forze dell’Ordine, le Forze Armate, la Protezione Civile o il Servizio Sanitario.
È opportuno però riflettere e considerare che, in uno scenario di forte crisi, magari estesa a vaste aree che includono più Stati, le autorità preposte a fornire certi servizi potrebbero trovarsi in difficoltà e non essere più grado di garantirli.
Questo può avvenire per due motivi principali.
Il primo è perché una crisi su larga scala è difficilmente gestibile a livello locale, specialmente in termini di mezzi e materiali. Si necessita pertanto di supporto dall’esterno.
Questo supporto, se disponibile, non è detto che arrivi in tempi rapidi. Potrebbero passare diversi giorni o settimane, prima che la macchina dei soccorsi arrivi a noi, in funzione di dove ci abitiamo.
Il secondo motivo è che queste organizzazioni sono composte da personale come te e me: madri, padri, mariti, mogli, fratelli, sorelle, figlie o figli. È vero che hanno dei doveri connessi al proprio lavoro, ma sarebbero da biasimare se in una situazione di pericolo, pensassero in primis a mettere in sicurezza la propria famiglia? Io credo di no.
È già accaduto, anche in tempi recenti, ed accadrà nuovamente.
Ecco quindi che pensare alla sicurezza propria, dei propri cari e della proprietà diventa imperativo.
Il punto è: non farsi trovare completamente impreparati, perché alcune cose non si improvvisano e richiedono un po’ di tempo per essere messe in atto. Proseguendo nella lettura, troverai delle informazioni utili che ti aiuteranno a contestualizzare il tema della difesa; capire i motivi per cui noi riteniamo sia importante affrontarlo e prepararsi.
Inoltre ti forniremo degli spunti di riflessione e consigli per aiutarti ad iniziare un percorso di maturazione e consapevolezza e poter iniziare ad agire.