Imparare i metodi per la trasformazione e conservazione degli alimenti è fondamentale per incrementare l’autonomia, migliorare la salute ed essere più resilienti.
A quale scopo?
Il nostro obiettivo è di trasformare i vegetali in modo che siano assimilabili, o più assimilabili del crudo, e di saperli conservare usando l’energia naturale disponibile.
Questo ci garantisce un ventaglio di opzioni maggiore, anche in caso di mancanza di energia elettrica, calore o altro.
Quando si ha a disposizione un terreno, accade di consueto che un certo tipo di frutto, ortaggio, erba spontanea, foglie, fiori, frutti o anche corteccia di alberi, sia disponibile in abbondanza ma limitatamente ad uno specifico periodo dell’anno.
Gli umani hanno saputo prendere e sviluppare nel tempo le diverse strategie di trasformazione e conservazione già attuate da altri animali, rendendole molto efficienti e sicure.
Purtroppo poi, almeno in Italia, queste strategie sono state in larga parte abbandonate; per lo più dimenticate con l’avvento dei cibi industriali e di alcune “comodità”, come il frigorifero e il freezer.
La distorsione della realtà, creata da una sub-cultura consumistica e del falso benessere, ha portato a illuderci che un vegetale debba e possa essere sempre disponibile.
E così siamo finiti con alimentarci con prodotti di bassissimo valore nutritivo.
Magari anche prodotti freschi, ma fuori stagione, coltivati nelle serre, privati della luce solare e coltivati con uso di sostante che ne forzano la crescita a scapito di minerali e vitamine.
Pochi sanno infatti che negli ultimi 40 anni si è registrato un calo molto significativo nella quantità di vitamine e sali minerali, tra cui il calcio e il magnesio, presenti negli alimenti vegetali coltivati.
Già dal 1975 al 1997 si era rilevata una diminuzione pari ad almeno il 25%.
Ora la percentuale è ulteriormente aumentata, fino al 50%!
E allora potete comprendere, alla luce delle conoscenze più recenti, che differenza ci sia dal punto di vista del contenuto di nutrienti tra un vegetale coltivato con concimi e in serra, e uno lasciato crescere spontaneamente su terreno non lavorato, col suo strato microbico integro e che beneficia della potente energia solare.
Queste riflessioni sono fondamentali per chi sta percorrendo la via della salute autosufficiente, per sé, per i propri familiari, e per la propria professione.
Riappropriarci della nostra cultura significa anche ri-abituarsi a consumare il prodotto disponibile in stagione.
Vuoi sapere quali sono i principali frutti, ortaggi o verdure di stagione?
Clicca qui per scaricare il nostro calendario con i prodotti di stagione!!
Trasforma l’eccedenza
L’eccedenza può essere trasformata per averla disponibile nella stagione meno favorevole, quella del riposo vegetativo.
Cioè in inverno, nelle aree climatiche più fredde o temperate, oppure in estate nelle aree climatiche calde e aride, come alcune zone del Sud Italia e del Ponente Ligure.
Le conserve sono talmente stabili, quando preparate ad arte, che si può pensare di conservarle per tutto l’anno in corso.
Addirittura è possibile conservarle anche per gli anni a venire, in caso di problemi di coltivazione o di difficile reperimento di orticole, frutta ed erbe spontanee.
Pensiamo ad esempio a cosa potrebbe succedere in caso di persistente carenza idrica, alluvioni continue, tempeste devastanti, ma anche con continui sbalzi climatici estremi.
Eventi che negli ultimi anni si sono manifestati con una certa frequenza anche alle nostre latitudini.
È quindi importante conoscere già per tempo le molteplici possibilità di trasformazione e conservazione naturale degli alimenti, per poter mantenere l’indipendenza e l’emancipazione.
Questo potrebbe significare che in Estate, invece che stare in sdraio al mare o andare a fare trekking in montagna, si faranno passeggiate in cerca di erbe spontanee e di vegetali dalle spiccate proprietà curative, per superare il freddo, piovoso e umido Inverno.
O viceversa, chi abita in aree molto calde, riposerà in Estate godendo delle conserve fatte nelle altre stagioni.
Si raccoglieranno frutti e orticole, e si passeranno le giornate insieme a familiari e amici preparando polveri dai colori stupendi, conserve e fermentati, che ci nutriranno e allieteranno nelle più dure giornate invernali o nelle caldissime giornate estive.
Trovi utili questi contenuti?
Iscriviti alla mailing list e ricevi informazioni sulle nuove pubblicazioni, inviti a serate gratuite e aggiornamenti importanti per sviluppare la tua resilienza.
Vantaggi della trasformazione e conservazione degli alimenti
Acquisendo queste conoscenze, saremo in grado di:
- Avere una riserva di cibo vero, che nutre, che ti rende forte, per l’Inverno e per i “tempi duri”, come i possibili periodi di carestie o ristrettezze alimentari.
- Evitare di buttare o di mal utilizzare un alimento prezioso e ricco di nutrienti, del quale se ne ha in abbondanza per un breve periodo dell’anno.
- Conservare il cibo senza dover dipendere da fonti energetiche, quindi anche in assenza di frigorifero e freezer.
- Arricchire l’alimento attraverso la fermentazione, che diventa così un “cibo che cura”, poichè più ricco di vitamine, minerali e sostanze preziose per la salute dell’organismo che altrimenti non sarebbero presenti o sarebbero poco biodisponibili nell’alimento fresco.
Come Trasformare e Conservare il cibo?
Esistono diversi modi per trasformare il cibo e conservarlo:
- essiccare,
- fare sottaceti,
- sottoli,
- confetture,
- mettere sotto sale,
- fare fermentazioni,
- diversi altri metodi.
Per farti un esempio concreto, ti riporto un estratto dai contenuti che trovi nel Modulo Cibo e Salute della Community.
E’ solo uno dei tanti metodi di trasformazione e conservazione degli alimenti che abbiamo a disposizione per crearci delle scorte alimentari di cibo genuino e nutriente.
Essiccazione al sole diretto
Metodo idoneo per: prugne, uva, pere e mele a fette, fichi, cachi e agrumi a fette, albicocche,…
La frutta, ricca di acqua, si può essiccare molto bene al sole.
E’ bene ricoprirla con una retina per tenere lontano gli insetti; si può ad esempio usare una vecchia tenda con trama a zanzariera o del velo di tulle.
La frutta va generalmente essiccata quando è matura.
Però:
- i fichi devono essere ben maturi;
- mele e pere invece meglio che siano sode e leggeremente acerbe.
Il processo può essere molto veloce, anche un giorno. Ovviamente dipende dalla zona in cui ci si trova e dal clima.
A volte il sole può essere troppo forte, al punto da cuocere la frutta e farle prendere un gusto particolare, sciroppato.
Bisogna inoltre ricordarsi sempre di ritirare al coperto la frutta al calar del sole.
I frutti danneggiati vanno puliti bene e usate solo le parti in ottimo stato, come sempre si fa con tutti i vegetali che si vuole conservare.
In media dopo 2-4 giorni le fettine di mela sono completamente disidratate e si possono riporre in dispensa.
Per la conservazione vanno bene i barattoli di vetro chiusi per non far entrare umidità.
Le susine (o prugne) si prestano anche ad essere essiccate intere.
Naturalmente sarà necessario molto più tempo, se vogliamo accelerare il processo si possono dividere in due parti e approfittarne anche per rimuovere il nocciolo.
A questo punto si espone al sole la parte interna del frutto e l’acqua sarà presto eliminata.
I frutti interi che restano molti giorni all’aperto possono essere lavati, per rimuovere la polvere che potrebbe essersi depositata, con mosto d’uva che aggiungerà anche una nota di sapore in più alla prugna.
I fichi sono un altro grande classico dell’essiccazione.
Si possono esporre al sole divisi in due parti (fichi più grossi) o tutti interi (fichi piccoli).
Il taglio fatto si presta all’inserimento di mandorle o noci, una volta essiccati completamente, poi richiusi e conservati. Ottimi!
Se sei interessato ad approfondire questi argomenti, ti mostro come fare questa ed altre preparazioni nel Modulo Cibo e Salute della Community!
Ti aspetto
buon proseguimento
Elena