Preparazione..perchè?
La preparazione, solitamente, è tipica delle persone che possiedono una vena di indipendenza.
Può non essere ovvio subito, ma rifletti su questo esempio.
Se sei felice di dipendere dagli altri, anche dallo Stato, per stare al sicuro e sopperire ai tuoi bisogni principali, probabilmente non sarai troppo interessato a prepararti.
In fin dei conti, perché acquisire nuove capacità, ri-organizzare il proprio stile di vita e organizzare delle scorte con un dispendio di energie e risorse anche importante, se si pensa che, in qualsiasi crisi, ci sarà sempre “chi è preposto”, “chi viene pagato per farlo” pronto a darti tutto ciò di cui hai bisogno?
Chi ha capito che è importante avere un minimo di preparazione e che si muove in quella direzione, lo sa bene.
Abbiamo visto, come molto spesso, nelle emergenze, nonostante la buona volontà, la dedizione e l’altruismo di molti, le organizzazioni preposte non sempre sono in grado di prendersi cura delle persone in modo adeguato.
Quanto potrebbe essere determinante, avere una comunità solida e resiliente?
Non è una critica, ma un dato di fatto.
Dobbiamo imparare ad essere più autosufficienti.
La domanda è quanto dobbiamo essere autosufficienti?
Abbiamo dato qualche indicazione in merito nella sezione Inizia da qui di questo blog.
Attenzione: raggiungere l’indipendenza e autosufficienza, non significa indipendenza dalle altre persone, ma da un sistema che ti ingabbia, ti imbriglia e ti rende dipendente e vulnerabile.
Negli ultimi anni, soprattutto a causa di noti eventi, sempre più persone hanno pensato di trasferirsi fuori dai grandi centri urbani ed intraprendere un percorso di alleggerimento o emancipazione dalla frenesia quotidiana.
Il primo aspetto che solitamente viene affrontato è il dove trasferirsi e il come si vuole vivere: che stile di vita avere.
Ha senso creare o entrare a far parte di un gruppo di persone che prova ad organizzarsi o è meglio fare affidamento esclusivamente sulle proprie capacità ed essere un cosiddetto “lupo solitario”?
Si tratta cioè di decidere se vivere in una casa da soli, con la famiglia, con gli amici oppure integrarsi in una comunità già formata o in formazione.
Ognuno di noi ha la propria risposta, perché c’è molto di caratteriale in questa scelta.
La nostra vita è fatta di fasi differenti e ognuno di noi si trova a prendere delle decisioni, anche molto importanti, in fasi differenti rispetto ad altri.
C’è chi è single ed ha il desiderio di incamminarsi verso l’autosufficienza e c’è chi con un partner e dei figli vuole fare altrettanto.
Chi potrebbe essere nelle migliori condizioni per iniziare un cammino verso l’autosufficienza?
Prima di saltare a qualsiasi conclusione proviamo a fare una panoramica dei vantaggi e svantaggi dell’autosufficienza in solitaria rispetto a quella di gruppo.
Il percorso del lupo solitario
Scegliere la strada del lupo solitario significa, molto probabilmente essere single, avere una buona manualità, capacità adattiva ed una mentalità forte.
Se non possiedi queste caratteristiche, la strada può essere difficile da percorrere.
Alcune persone sono abbastanza preoccupate per i potenziali rischi nelle dinamiche di gruppo (soprattutto in gruppi che si costituiscono ad hoc) che preferiscono andare avanti da sole.
Nella nostra Community abbiamo affrontato questo aspetto con una esperta di queste dinamiche; il video con la registrazione è disponibile per i membri della Community a questo link.
C’è anche da dire che, l’attitudine media dell’italiano è quella della convivialità e condivisione, pur mantenendo un certo grado di privacy, ma questo non è mai sinonimo di garanzia di successo, tutt’altro!
Dinamica ben diversa, ad esempio di altre popolazioni (quali nord europei e nordamericani) dove c’è una maggiore tradizione di individualismo.
L’autosufficienza da soli può sembrare un’impresa spaventosa per molti, ma per alcuni è un sogno che diventa realtà.
Vantaggi del lupo solitario
Iniziamo con il vedere quali sono i vantaggi per chi ha un’attitudine più solitaria:
Processo decisionale facile
Se sei da solo, non ci sono discussioni su cosa fare, e questo può essere un vero vantaggio.
Vivere da soli significa poter decidere tutto ciò che si vuole o non si vuole nella propria abitazione/podere/casa.
Puoi scegliere il tipo di animali da allevare, le colture, la frutta e la verdura che vuoi coltivare e anche il colore dei muri della tua casa. Tutte le decisioni sono nelle tue mani.
Basso profilo
Se sei disposto a vivere per i fatti tuoi, potresti muoverti quasi inosservato.
Intendo sia spostamenti fisici, sul terreno, di notte o di giorno, sia come stile di vita. Attenzione al troppo isolamento, che a volte cattura l’attenzione..
Minori necessità
Quando sei da solo, necessiti solo di scorte a sufficienza per te stesso. Non c’è bisogno di preoccuparsi di creare un surplus per gli altri che in quel momento si stanno occupando di altri compiti.
Rafforzamento psicologico
Portare a termine un compito senza l’aiuto di nessuno rafforza il tuo ego e la convinzione di essere capace.
Ti dà una sorta di orgoglio, di ricompensa e di incoraggiamento per il fatto che stai crescendo sia in abilità sia come persona.
È una delle sensazioni più belle che si possano provare come esseri umani.
Quando si vive da soli, solitamente si diventa molto intraprendenti, perché altrimenti ti spegni e finisci nell’inedia e probabilmente non avrai vita lunga.
Si inizia a diventare astuti, intelligenti e super esperti (con un certo grado di umiltà) in tutto ciò che si fa, perché si fa tutto da soli.
Si diventa anche più resistenti mentalmente. La resistenza mentale è una delle componenti cruciali per vivere una vita di successo e con uno scopo.
L’autosufficienza in solitaria ti permette (ed in un certo senso..ti impone) di valutare e lavorare sui tuoi punti di forza e di debolezza, il che ti aiuta a diventare una persona migliore in generale.
Trovi utili questi contenuti?
Iscriviti alla mailing list e ricevi informazioni sulle nuove pubblicazioni, inviti a serate gratuite e aggiornamenti importanti per sviluppare la tua resilienza.
Svantaggi del lupo solitario
Anche se i vantaggi dell’autosufficienza “in solitaria” possono sembrare allettanti, non bisogna farsi prendere la mano perché ci sono anche dei significativi svantaggi da considerare.
Isolamento
Vivere da soli può essere rattristante.
Il legame che si può instaurare frequentando altre persone e l’energia che ci si scambia con il contatto, si affievoliscono e questo può portare alla depressione o all’inedia.
Dovrai trovare forme di legame alternative, ad esempio con gli animali, che non è detto che siano complete come quelle con altri esseri umani, anche se ci sono molti che sostengono di si. (Qualcuno sostiene che siano anche meglio!)
Potresti, grazie alla tecnologia, instaurare dei legami virtuali, ma attenzione a non finire nell’illusione della realtà. Avviare questo tipo di legami è utile e funzionale, anche per allargare il proprio orizzonte, ma è opportuno che, prima o poi, si passi anche sul piano fisico, perchè è l’unico che ti permette di cogliere a 360° affinità e sintonia.
Supporto e aiuto
Come lupo solitario sei da solo, anche se cadi e ti rompi una gamba.
Ci sono persone che sono morte di ipotermia a pochi metri dal calore della loro casa/rifugio perché ferite e non riuscivano a raggiungerla.
Come solitario perdi la rete di sicurezza di avere altre persone che possono salvarti dai guai e prendersi cura di te fino a quando non ti riprendi.
Se ti accade qualcosa, non hai nessuno che può prestarti soccorso: un infortunio o un’aggressione e devi essere in grado di cavartela da solo.
Questo implica anche avere od acquisire alcune nozioni di primo soccorso che in altri casi sono tranquillamente delegabili a personale del gruppo più competente.
In alcuni lavori pesanti, è quasi impossibile lavorare senza l’aiuto di macchinari o di qualcun altro.
Mancanza di sicurezza
Negli scenari peggiori, anche la sicurezza è compromessa quando si vive da soli.
Devi dormire, e quando lo fai sei vulnerabile. Non c’è modo di mantenere la sicurezza 24 ore su 24 da soli.
Competenze estese
Come lupo solitario devi fare tutto da solo.
Questo significa avere almeno una certa conoscenza di ogni abilità di cui hai bisogno. Questo aspetto, alla lunga può essere visto come un vantaggio, ma considera il tempo e l’esperienza che ti serve per acquisire quella “certa conoscenza” utile a poter fare in autonomia..
Dovrai anche procurarti tutta la tua attrezzatura che ti serve e non c’è un gruppo con cui condividere il costo.
È probabile che, dopo un periodo di tempo piuttosto breve, apprezzerai davvero i vantaggi della specializzazione e della condivisione dei costi.
Sebbene si possano imparare molte cose da soli, alcune di esse necessitano di un esperto per essere messe in pratica.
Occuparsi di elettricità, idraulica o macchinari è pericoloso se non sai cosa stai facendo. Avrai bisogno di qualcuno che ti assista.
Assenza di suddivisione dei compiti
Potresti correre il rischio di essere sopraffatto dai lavori domestici necessari a mandare avanti la tua casa, l’orto, gli animali.
Compiti come potare gli alberi, pulire la casa, cucinare, dare da mangiare agli animali, cercare animali smarriti, curare l’orto, riparare recinzioni o macchinari o attrezzi o abbigliamento, sono lavori che necessitano sia di tempo sia di abilità.
L’autosufficienza in gruppo
Per chi ha famiglia convivente, questa opzione è pressoché scontata.
Lavorate insieme come un gruppo familiare. Sapete come andare d’accordo e, in caso di crisi, probabilmente sarete tutti più o meno nello stesso posto e vorrete comunque restare uniti per proteggervi reciprocamente.
Se poi si ha la fortuna di avere una famiglia numerosa e ben in sintonia, allora è ancora meglio.
D’altro canto, scegliere di andare a convivere con un gruppo di persone, in una grande abitazione comune o in un piccolo borgo è una scelta che molti hanno fatto.
Un gruppo è solo una famiglia su una scala più grande.
Ovviamente la maggior parte dei membri del gruppo non sono legati da legami familiari, quindi cosa li attrae al progetto? Quali motivazioni hanno e quanta determinazione?
Questi sono i punti cardine della sopravvivenza del gruppo (e del progetto) sul lungo perido.
Vantaggi del gruppo
Analizziamo alcuni punti di forza di un percorso di autosufficienza di gruppo:
La sicurezza dei numeri
Un vecchio proverbio cinese recita: “Due è meglio di uno”. Un detto che vale ancora oggi. Perché?
Perché i numeri solitamente fanno la forza (anche se non è sempre vero).
Se la società collassa, ci saranno persone spaesate, confuse, impreparate, magari rabbiose e potenzialmente ostili ovunque. Può trattarsi di rifugiati affamati che cercano disperatamente di mettere le mani su un po’ di cibo o di bande criminali che cercano di sfruttare la situazione.
Non puoi semplicemente andare a letto la sera e fare affidamento sul fatto di svegliarti se un ladro rompe una finestra.
Avrai bisogno di sicurezza, ma anche di riposo. Un gruppo può permettersi di far ruotare le persone attraverso il servizio di vigilanza mentre gli altri lavorano o riposano.
C’è anche il semplice fatto che un gruppo numeroso ha un effetto deterrente maggiore e, in caso, maggiori possibilità di scacciare i saccheggiatori rispetto a un uomo o una donna da soli.
Supporto reciproco
In caso di infortunio, malattia o aggressione (umana o animale), hai qualcuno che può correre in tuo soccorso in tempi rapidi.
Vivere con la famiglia o con gli amici significa avere intorno a sé persone che festeggiano le ricorrenze, i successi e con le quali condividere gli insuccessi per aiutarsi reciprocamente a rialzarsi più forti di prima.
Ci sarà meno solitudine e più gioia nelle tue giornate.
Condivisione dei costi
Tutti avranno bisogno di attrezzature personali di base, ma cose come radio, attrezzature agricole o per il fai-da-te pesante e attrezzature mediche possono essere acquistate in gruppo, versando in una “cassa comune” e poi assumendosi la responsabilità di cura e manutenzione di un attrezzo da parte di ciascun membro.
Suddivisione del lavoro
I lavori saranno meno onerosi, perché ci saranno persone con le quali suddividersi i compiti.
Ci si può specializzare in alcuni compiti per i quali ci si sente più portati e raggiungere risultati e efficienza migliori.
Acquisizione abilità
C’è un limite a quanto una persona può sapere, ma in un gruppo puoi permetterti di avere specialisti. Potrebbe trattarsi di persone che, quando si aggregano, hanno già competenze preziose in settori quali medicina, agricoltura, idraulica, elettricità, edilizia, etc..
Un gruppo può anche condividere l’onere dell’apprendimento di nuove abilità tra i suoi membri.
Anzichè pensare di diventare un tuttologo (con tutti i limiti), uno può diventare un esperto di produzione di energia, un altro con competenze da radioamatore e qualcun altro può imparare ad allevare piccoli animali.
Potete poi scambiarvi le abilità e conoscenze acquisite e perfezionate.
Trovi utili questi contenuti?
Iscriviti alla mailing list e ricevi informazioni sulle nuove pubblicazioni, inviti a serate gratuite e aggiornamenti importanti per sviluppare la tua resilienza.
Svantaggi del gruppo
Ovviamente, nel giardino della comunità non ci sono sono solo rose e fiori…Ci sono anche cactus…
Condividere ambienti ristretti o realtà piccole con altre persone potrebbe rivelarsi un’idea non troppo felice per vari motivi
Maggiori necessità
La condivisione può essere onerosa perché ci sono più bocche da sfamare, si utilizzano più servizi e si deve avere più spazio rispetto al lupo solitario.
Maggiore comprensione
Potrebbe essere stressante; ci sono cose che tu non approvi e che invece gli altri membri della tua comunità approvano.
Dove ci sono persone, ci sono disaccordi.
Dovrete fare un enorme lavoro di introspezione e lotta con il vostro ego.
Vivere con altre persone può implicare che dovete cambiare idea o limitare alcuni vostri obiettivi, per concentrarvi su quelli scelti dalla maggioranza, magari lasciandovi confusi e poco chiari.
Si potrebbe anche scoprire, nel tempo, che quando le cose si fanno serie e la pressione sale, i disaccordi aumentino di intensità.
Rischio di appiattimento
Si può diventare compiacenti e cercare spesso l’aiuto degli altri.
Questo può farti ristagnare nelle competenze e nelle conoscenze, perché fai spesso leva su quelle degli altri e perdi lo stimolo a “rimboccarti le maniche”.
La leadership
I gruppi molto spesso hanno bisogno di una leadership, una guida che sappia indirizzare e che sappia dirimere controversie.
Questo può avvenire nel tempo, dove le qualità dei leader naturali emergono e vengono naturalmente accettate.
Quando accade non significa che venga meno lo spirito comunitario e di uguaglianza iniziale!
Tengo a fare una precisazione sul concetto di Leader (e Ledearship) con quello di Boss. I due termini di origine anglofona hanno accezioni ben diverse: il primo potremmo tradurlo con Condottiero (anche se nella nostra lingua ha un’inclinazione prettamente militare), inteso come individuo che guida, conduce un gruppo di persone verso un fine.
Il termine Boss si può tradurre in molti casi con Capo, ed ha una concezione più rigida e piramidale di autorità inviolabile e direttiva: “fate” anzichè “facciamo”.
Ci sarebbe poi un lungo discorso sugli stili di leadership…ma andiamo fuori tema!
Il leader può variare nel tempo, oppure esserlo in un settore specifico.
Se un gruppo ha problemi di leadership, troppo spesso le persone sono così prese a discutere su cosa fare che non fanno nulla.
Molti gruppi si sfaldano nel migliore dei casi, anche senza che lo stress del mondo cada intorno a loro – e se un gruppo si scioglie sotto pressione, rischia di lasciarsi in malo modo.
Andare da soli evita questo rischio.
Scioglimento
Dove c’è aggregazione ci può essere disaggregazione.
In caso di scisma, alcuni potrebbero decidere di andarsene. E poi cosa succede?
Oltre a perdere risorse umane e capacità preziose (forse), si potrebbero anche perdere attrezzature importanti, se queste sono state fornite e curate dalla/e persone che si allontanano.
Una terza via?
Sono convinto che nella vita non esista il bianco o il nero e diversi anni di esperienza lavorativa in gruppi, mi hanno lasciato la marcata convinzione che esiste la via dell’equilibrio.
Penso che sia decisamente meglio far parte di una piccola comunità. Non si deve avere la presunzione di creare forzatamente il gruppo, ma l’importante è che chi decide di farne parte ne sia convinto, motivato e sia in grado di contribuire materialmente (attrezzature, ecc.) e con il proprio tempo e le proprie capacità.
I compiti andranno suddivisi in base alle peculiarità e competenze dei singoli individui e ciascuno dovrà essere in grado di mettere mano in almeno 2 o 3 aree di lavoro.
E’ importante che, se si intraprende un certo percorso, ci sia consapevolezza che “in montagna, chi porta magna”.
Non è un campo di prigionia o di lavori forzati, ma nemmeno un Resort vacanziero. Tutti sono tenuti a lavorare ogni giorno come necessario per la sopravvivenza e la protezione del gruppo.
Sono altresì convinto che almeno un membro deve essere un “mezzo lupo solitario”, con capacità di integrarsi e partecipare alla vita del gruppo.
Alcune peculiarità del lupo solitario sono in grado di offrire un valore aggiunto in alcuni ambiti quali la sicurezza e la resistenza mentale.
Inoltre, a seconda delle competenze che un lupo solitario solitamente sviluppa, il gruppo può godere di queste capacità.
Tu come ti vedi? Membro di un gruppo o un lupo solitario?
Rispondi al quesito sul nostro canale Telegram di GrandeMinimo
Ti aspettiamo nella nostra Community!!
A presto,
Carlos