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Tempeste solari: cosa è l’Evento Carrington

Il SOL1859-09-01, nome ufficiale dell’Evento di Carrington, è stato il primo fenomeno che ha messo in luce il rapporto potenzialmente disastroso tra il temperamento energetico del Sole e la tecnologia del XIX secolo.

Tra il 28 agosto e il 2 settembre del 1859, poco prima del massimo solare del 1860, durante il 10° ciclo solare (il Sole segue cicli che durano 11 anni), sul Sole apparvero numerose macchie solari.

In ogni parte del Pianeta Terra, il cielo fu inondato da giochi di luce e aurore boreali tanto brillanti che alcuni minatori nel Nord America pensarono fosse sorto il Sole ed iniziarono a mettersi al lavoro.

Poco prima del mezzogiorno del 1° settembre, due astronomi inglesi, Richard Carrington e Richard Hodgson, registrarono per puro caso i primi segnali di un’eruzione solare. Nessuno dei due, però, poteva immaginare che era appena avvenuta un’Espulsione di Massa Coronale (CME) dalla superficie del Sole, diretta proprio verso la Terra.

In sole 17,6 ore, la CME percorse la distanza di 150 milioni di km che separa il Sole e la Terra.

 

Spiegazione del fenomeno

Il Sole emana un flusso costante di particelle cariche, chiamato “vento solare”.

Il nostro Pianeta è protetto da quest’ultimo da un campo magnetico, che crea uno scudo intorno alla Terra: la magnetosfera terrestre.

Alcune particelle del vento solare però, riescono ad infiltrarsi nell’atmosfera della Terra, in particolare ai Poli, dando vita a quella che tutti conosciamo come aurora boreale.

Di tanto in tanto, il flusso che emana il Sole è più intenso e genera una Espulsione di Massa Coronale (CME), capace di lanciare nello spazio un numero infinito di elettroni e protoni derivanti dalla corona solare.

 

Conseguenze nel 1859 e ipotetiche conseguenze al giorno d’oggi

A causa dell’Evento Carrington nel 1859, l’allora recente tecnologia del telegrafo subì un duro colpo.

In tutta Europa e nel Nord America le linee telegrafiche furono interrotte per 14 ore e alcuni operatori presero delle intense scosse elettriche.

Gente da tutto il mondo, dagli Stati Uniti all’Australia, assistette a delle spettacolari aurore boreali. I cieli di Cuba, delle Hawaii e delle Bahamas si tinsero di un cremisi acceso.

Al giorno d’oggi le nostre reti elettriche sono molto più complesse delle linee telegrafiche della seconda metà dell’Ottocento, il che rende impossibile prevedere con esattezza le conseguenze che potrebbe causare un evento del genere.

Il precedente più recente al quale possiamo fare riferimento, sebbene di intensità nettamente inferiore a quello del 1859, è quello della tempesta solare del 1989, un anno di forte attività solare.

Durante quella tempesta nella provincia del Quebec, in Canada, la corrente elettrica saltò per una durata di 9 ore.

Ma oggi saremmo pronti ad affrontare un evento della stessa portata dell’Evento di Carrington? Quali sarebbero le conseguenze sulle nostre reti elettriche?

È presumibile ipotizzare che si verificherebbero molteplici guasti alle reti elettriche, soprattutto negli Stati Uniti.

Per ripristinare i sistemi elettrici, si stima ci vorrebbe un periodo di una settimana nelle aree meno colpite e più di un anno nelle regioni colpite duramente.

I bancomat e i sistemi di pagamento elettronici non sarebbero più utilizzabili, così come le stazioni di ricarica per i veicoli elettrici e gli sportelli per i prelievi.

Perderemmo il segnale satellitare e si verificherebbero disturbi sulle frequenze radio.

Gli aerei in volo sugli oceani potrebbero riportare errori di comunicazione e di navigazione.

Secondo uno studio del governo americano, anche la distribuzione dell’acqua subirebbe delle conseguenze, nel giro di poche ore, così come la reperibilità di alimenti, della linea telefonica, del carburante e delle medicine.

Tutto questo ammonterebbe a danni per un totale che va dai 0.6 ai 2.6 trilioni di dollari, solo negli Stati Uniti.

 

Prevenire è meglio che curare

Sebbene la nostra dipendenza dalla tecnologia e dalla rete elettrica potrebbe farci pagare un prezzo più caro rispetto a quello pagato nel 1859 con l’evento Carrington, è proprio grazie alle nuove tecnologie che oggi siamo in grado di monitorare in modo più efficiente l’attività solare.

L’uomo è in grado di tracciare le variazioni delle macchie solari, delle eruzioni solari e delle Espulsioni di Massa Coronale e questo, qualcuno ipotizza, potrebbe permettere agli scienziati di fornire un preavviso di qualche giorno nel caso in cui rilevino una CME diretta verso la Terra.

Servirebbe perlomeno a prendere qualche veloce precauzione, come ad esempio spegnere le centrali elettriche e i trasformatori ed annullare i voli transoceanici.

Si potrebbe, in altre parole, provare a minimizzare i danni, senza farsi trovare totalmente impreparati.

Non c’è modo di azzerare i danni di una eventuale moderna tempesta solare della portata dell’Evento di Carrington.

Questi eventi, seppur rari, è molto probabile che siano ciclici. E siccome l’umanità è diventata così dipendente dall’elettricità solo nell’ultimo secolo, è oggi che un evento del genere potrebbe generare i danni maggiori.

Basterebbero alcuni semplici rimedi, presi individualmente in ogni famiglia e per ogni casa, per mettersi in sicurezza e divenire resilienti ad una tempesta solare delle dimensioni dell’Evento di Carrington.

Ma nel mondo del vivere alla giornata, quello in cui siamo rovinati se non riusciamo ad andare al supermercato per fare la spesa tutti i giorni, la gran parte delle persone è tutt’altro che interessata a rendere resiliente la propria casa da un evento del genere.

Ed è proprio questo che, quel giorno in cui si ripresenterà una tempesta solare di questa portata, piegherà molte popolazioni sulle ginocchia.

Prevenire è meglio che curare.

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